Gianluca Sordo, ex centrocampista di squadre come il Torino, il Milan, la Reggiana e il Bari, ha recentemente rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui esprime il suo profondo dispiacere e le sue amare riflessioni su una carriera calcistica segnata da eventi drammatici. Il 29 aprile 2025, a Milano, Sordo ha raccontato il suo percorso, evidenziando come, dopo un’aggressione subita in un locale nel 2005, la sua vita sia cambiata drasticamente, lasciandolo in uno stato di coma e con danni fisici permanenti.
Il ricordo della carriera e l’impatto del trauma
Gianluca Sordo, che ha collezionato oltre 140 presenze in Serie A e ha vinto l’oro agli Europei Under 21 e alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, ha vissuto una carriera promettente fino al 2004, anno del suo ritiro. Tuttavia, l’incidente che ha subito ha segnato un punto di non ritorno. “Il calcio? Mi ha dimenticato,” ha affermato Sordo, sottolineando la mancanza di interesse da parte del mondo calcistico nei suoi confronti. Solo i suoi ex compagni di squadra hanno mostrato preoccupazione per la sua salute, mentre nessuno del settore si è preso la briga di informarsi su di lui.
Durante l’intervista, Sordo ha parlato della sua esperienza al Milan, dove, nonostante il talento dei suoi compagni come Maldini, Savicevic e Baggio, si è sentito inadeguato. “Non meritavo di stare in mezzo a quei campioni,” ha dichiarato. La sua carriera al Milan è stata segnata da un trasferimento avvenuto senza una pianificazione adeguata, poiché il suo procuratore, Oscar Damiani, ha anteposto i propri interessi economici a quelli del calciatore. “Avevo 24 anni e non potevo dire di no a un club del genere,” ha spiegato Sordo, lamentandosi di come il suo procuratore lo abbia abbandonato quando non era più utile per lui.
Le difficoltà post-Milan e le relazioni nel mondo del calcio
Dopo la sua esperienza al Milan, Sordo ha continuato a giocare in Serie A con la Reggiana e il Bari, ma la sua carriera è stata segnata da infortuni e difficoltà . “Alla Reggiana mi sono lesionato cinque volte,” ha ricordato, e a Bari la sua reputazione era compromessa a causa di controversie con i tifosi. A soli 28 anni, si è trovato senza offerte, nemmeno dalla Serie B, e ha avvertito che qualcuno nel settore stava cercando di ostacolarlo.
Sordo ha anche criticato Massimiliano Allegri, il quale, durante i suoi inizi come allenatore, non si è mai fatto sentire dopo il suo incidente. “Tutti sapevano cosa mi era accaduto, eppure non ha mai mostrato interesse,” ha affermato. Questo ha contribuito al suo senso di isolamento e alla convinzione che il calcio lo avesse abbandonato.
Rimpianti e opportunità perdute
Un tema ricorrente nell’intervista è il rimpianto per il gol mancato nella finale di Coppa UEFA contro l’Ajax, un momento che Sordo considera cruciale per la sua carriera e per la storia del Torino. “La traversa a un minuto dalla fine avrebbe cambiato tutto,” ha detto, esprimendo il desiderio di aver avuto una seconda opportunità . Se quel gol fosse stato realizzato, crede che i tifosi lo avrebbero celebrato come un eroe.
In un mondo calcistico che spesso dimentica i suoi protagonisti, le parole di Gianluca Sordo risuonano come un avvertimento su quanto sia fragile la carriera di un calciatore e su come la vita possa cambiare in un istante.