Il colosso indiano Bajaj ha annunciato un intervento significativo nel settore motociclistico europeo, erogando un prestito di 566 milioni di euro a Ktm, un marchio austriaco noto per le sue moto sportive. Questa manovra, che si concretizzerà entro il 23 maggio 2025, è fondamentale per risolvere una crisi di liquidità che ha colpito l’azienda, costringendola a fronteggiare un debito ingente. La situazione di Ktm è delicata, con un debito che ha raggiunto il 30% della sua esposizione totale ai creditori.
La situazione di Bajaj Auto
Bajaj Auto, fondata nel 1945, è il secondo costruttore mondiale di scooter e il quarto di motocicli, con una produzione annuale che supera il milione di unità. Attualmente, Bajaj detiene il 49,9% di Pierer Bajaj AG, che controlla il 74,9% di Pierer Mobility AG, la holding madre di Ktm AG e di altri marchi come Husqvarna e GasGas. Questo prestito, garantito da istituti finanziari di prestigio come JP Morgan Chase Bank NA, DBS Bank Ltd e Citigroup Global Markets Asia, segna un cambio di rotta per Ktm, che ora si trova sotto l’influenza indiana.
La crisi di Ktm e le moto invendute
La crisi di Ktm non è ancora risolta. Nonostante il prestito di Bajaj, l’azienda austriaca si trova a dover affrontare una sovrapproduzione allarmante, con oltre mille moto al giorno che rimangono invendute. Questa situazione ha portato a un accumulo di scorte nei piazzali, aggravando ulteriormente le difficoltà economiche dell’azienda. Le preoccupazioni non riguardano solo il futuro finanziario di Ktm, ma anche la stabilità dei suoi 6-7 mila dipendenti che lavorano a Mattighofen.
Il governo austriaco ha espresso soddisfazione per l’intervento di Bajaj, ma rimane da vedere quanti dipendenti potranno mantenere il proprio posto di lavoro. La situazione attuale suggerisce che il prestito indiano è solo una soluzione temporanea, necessaria per evitare un fallimento imminente. Senza un piano di ristrutturazione efficace, Ktm potrebbe trovarsi nuovamente in difficoltà.
Ktm cambia proprietà
Con l’iniezione di capitale da parte di Bajaj, Ktm sta per subire una trasformazione radicale. La quota azionaria di Bajaj è destinata ad aumentare dal 49,9% al 63%, segnando di fatto un passaggio di proprietà. Questo cambiamento è motivato dalla necessità di salvaguardare il marchio austriaco e recuperare gli investimenti già effettuati, che ammontano a oltre 1,2 miliardi di euro. I piani di Bajaj includono una ristrutturazione significativa, con l’intenzione di ridurre il personale nelle fabbriche europee di oltre il 20%, e la cancellazione di modelli che non hanno avuto successo sul mercato.
In India, i dirigenti di Bajaj stanno elaborando una strategia per il futuro di Ktm, che potrebbe includere il lancio di un nuovo motore bicilindrico da 850 cc. Questa ristrutturazione è fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’azienda e rispondere alle sfide del mercato.
Il futuro delle corse per Ktm
Un aspetto cruciale del futuro di Ktm riguarda la sua partecipazione nel mondo delle corse, in particolare in MotoGP, Moto3 e Moto2. Le prime indicazioni dai piani di riorganizzazione suggeriscono una possibile uscita da queste competizioni per ridurre i costi. Questo ha generato preoccupazione tra i piloti, ingegneri e tecnici coinvolti, poiché non ci sono garanzie che Ktm continuerà a competere oltre il 2026, anno in cui scade il contratto con Dorna.
La situazione attuale è caratterizzata da incertezze, e i membri del team di corse di Ktm sono in attesa di sviluppi. La prospettiva di un’uscita dalle competizioni potrebbe influenzare le decisioni di carriera dei piloti, tra cui nomi noti come Acosta, Binder, Bastianini e Vinales. In particolare, il Team VR46 di Valentino Rossi guarda con interesse alle evoluzioni in Ktm, pronto ad accogliere nuovi talenti come Pedro Acosta.