Delneri: “Dalla vita da operaio a 32mila lire al mese, ma la Juve non ha investito”

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Il racconto di Gigi Delneri, ex allenatore di calcio, offre uno spaccato affascinante della sua vita e della sua carriera. Originario del Friuli, Delneri ha vissuto un percorso che lo ha portato dalle fabbriche tessili alle panchine di importanti club europei. L’intervista, pubblicata il 30 aprile 2025, a Milano, rivela dettagli inediti sul suo passato e sulle esperienze che hanno segnato la sua professionalità.

Le origini di Gigi Delneri

Nato in un periodo di grande trasformazione sociale ed economica, Gigi Delneri ha iniziato la sua carriera come apprendista nella nota azienda tessile Marzotto, nel Friuli degli anni Sessanta. A soli 16 anni, ha lavorato come operaio nello stabilimento di San Giorgio a Nogaro, dove produceva tappeti per camere da letto e bagni. Guadagnava 32mila lire al mese, ma, come racconta, “lasciavo tutto in famiglia perché funzionava così”. Questo contesto ha forgiato in lui una forte cultura del lavoro e del sacrificio, valori che ha portato con sé nel mondo del calcio.

Delneri ha sempre coltivato il sogno di giocare in Serie A. La sua passione per il calcio lo ha portato a giocare nell’Aquileia, e quando la Spal lo ha contattato per un provino, ha chiesto un cambio di turno alla Marzotto per poter partecipare al test. “Chiesi il turno dalle 6 alle 14, perché il test al campo ce l’avevo alle 15.30”, ricorda. La determinazione di Delneri si è rivelata fondamentale, tanto che, una volta ricevuta la chiamata da Ferrara, ha richiesto un anno di aspettativa al suo datore di lavoro, consapevole che il calcio potesse rappresentare una svolta nella sua vita.

Le sfide da allenatore

L’esperienza di Gigi Delneri nel mondo del calcio non si limita al campo da gioco, ma si estende anche alla sua carriera come allenatore. Ha guidato diverse squadre, tra cui il Porto, dove ha vissuto momenti di grande tensione. “Il Porto mi esonerò alle 3 di notte dopo una vittoria”, racconta Delneri, evidenziando l’imprevedibilità del mondo calcistico e le pressioni che gli allenatori affrontano quotidianamente.

Delneri ha anche avuto a che fare con giocatori di grande talento, come Antonio Cassano. “Cassano? Un bravo ragazzo, solo che non capiva che gli altri non erano forti come lui”, afferma l’ex allenatore, sottolineando le difficoltà nel gestire personalità forti e le dinamiche di squadra. La sua carriera è stata caratterizzata da un continuo confronto con le aspettative e le resistenze al cambiamento, soprattutto da parte delle grandi squadre che ha guidato.

Queste esperienze hanno contribuito a formare il suo approccio al calcio e alla gestione dei gruppi. Delneri ha imparato a riconoscere l’importanza della cultura del lavoro e della disciplina, elementi che ha cercato di trasmettere ai suoi giocatori nel corso degli anni. La sua storia rappresenta un esempio di come la perseveranza e la passione possano portare a risultati significativi, anche in un ambiente competitivo come quello del calcio professionistico.