Il recente sondaggio condotto da SWG su incarico della Gazzetta dello Sport ha messo in luce un clima di sfiducia nei confronti del tifo organizzato, in particolare a seguito dell’inchiesta “Doppia Curva” e dell’omicidio di Riccardo Claris, il tifoso dell’Atalanta ucciso in una rissa. Nonostante questo, per una parte dei giovani italiani, il tifo rappresenta un valore sociale significativo che va oltre il semplice contesto calcistico.
L’inchiesta “Doppia Curva”, che ha rivelato i legami tra i gruppi ultras di Inter e Milan e la criminalità organizzata, ha suscitato un ampio dibattito. Il caso di Riccardo Claris ha messo in evidenza la violenza legata al tifo, ma ha anche sollevato interrogativi sulla percezione del tifo stesso nella società italiana. Da oltre cinquant’anni, il fenomeno ultras è parte integrante della cultura calcistica, ma come viene percepito dai tifosi? Il sondaggio di SWG fornisce risposte interessanti e, in alcuni casi, sorprendenti.
L’opinione pubblica appare divisa tra la condanna delle violenze e il riconoscimento del ruolo sociale degli ultras. Se da un lato gli ultras sono spesso associati a episodi di violenza e intimidazione, dall’altro è crescente l’idea che possano rappresentare gli interessi dei tifosi. Rispetto all’anno precedente, il 2024, si è registrato un aumento del 9% nella convinzione che il mondo ultras possa garantire gli interessi dei tifosi rispetto al calcio business. Inoltre, il 10% degli intervistati riconosce un ruolo sociale che va oltre il semplice tifo, contribuendo a creare un senso di appartenenza che non si limita alla propria squadra.
L’inchiesta “Doppia Curva” ha accentuato la sfiducia nei confronti del tifo organizzato, criticato anche all’interno delle curve. Tuttavia, tra i giovani, c’è una certa comprensione per il fenomeno, riconoscendo che le dynamiche illegali riguardano una minoranza. Solo il 12% degli intervistati attribuisce la violenza all’intero movimento ultras. Al contempo, il 47% degli intervistati crede che ci sia un’omertà riguardo ai legami tra ultras, club e attività criminali. La morte di Riccardo Claris ha riacceso il dibattito sulla cultura del tifo, evidenziando derive preoccupanti, come l’odio che prevale sulla passione sportiva e la normalizzazione della violenza.
Nonostante le criticità, la cultura ultras continua a essere riconosciuta dai tifosi come parte legittima del panorama calcistico. Molti tifosi condividono le richieste degli ultras riguardo alla gestione delle partite, alla biglietteria e alla comunicazione, considerandoli custodi della storia dei club. Tuttavia, c’è una netta distinzione riguardo alle ingerenze nelle decisioni tecniche. Le scelte relative a giocatori e formazioni devono rimanere al di fuori dell’influenza degli ultras, come dimostrato dalle indagini che hanno coinvolto diverse curve italiane.
Il sondaggio di SWG offre uno spaccato interessante sulla complessità del tifo in Italia, evidenziando come, nonostante le ombre, ci sia una parte della società che riconosce il valore sociale e culturale del tifo, rendendolo un fenomeno che va ben oltre il semplice supporto per una squadra.