Il 22 maggio 2025, a Milano, la dott.ssa Anna Castiglioni ha messo in luce un tema spesso trascurato nel mondo del fitness: l’impatto dello stress cronico sull’efficacia dell’esercizio fisico. Nonostante un’alimentazione equilibrata e un piano di allenamento ben strutturato, molte persone si trovano a fronteggiare una sensazione di affaticamento precoce e una difficoltà nel recupero tra le sessioni. Questo fenomeno può essere attribuito a una condizione sottile, ma significativa, legata all’elevato livello di stress.
Il cortisolo: ormone chiave in equilibrio precario
Il cortisolo, noto come l’ormone dello stress, è prodotto dalle ghiandole surrenali e gioca un ruolo cruciale nella risposta del corpo alle situazioni di emergenza. In condizioni normali, i livelli di cortisolo seguono un ritmo circadiano, raggiungendo un picco al mattino per poi diminuire nel corso della giornata. Questa fluttuazione è fondamentale per garantire che il corpo possa affrontare le sfide quotidiane e recuperare durante la notte. Tuttavia, quando lo stress diventa una costante nella vita di un individuo, il rilascio di cortisolo può rimanere elevato per periodi prolungati, ostacolando il recupero muscolare e innescando una serie di reazioni negative. Tra queste si riscontrano l’aumento della stanchezza, la difficoltà a dormire, la perdita di tono muscolare e un incremento della massa grassa, in particolare nella zona addominale.
L’impatto dello stress sulla performance
Nel contesto sportivo, un eccesso di cortisolo può rappresentare un ostacolo significativo per le prestazioni atletiche. Non solo compromette il recupero muscolare e la qualità del sonno, ma influisce anche sul metabolismo e sull’umore. Il corpo, costantemente in uno stato di allerta, consuma rapidamente le riserve energetiche senza riuscire a rigenerarle. Questo porta a una fatica precoce durante l’esercizio, a una diminuzione della capacità di concentrazione e a un aumento del rischio di infortuni. Le persone che si allenano regolarmente tendono a sottovalutare questi segnali, pensando che basti esercitarsi di più o aumentare l’intensità . Tuttavia, l’attività fisica non è solo una questione di forza; richiede un equilibrio tra sforzo e recupero. Ignorare questi aspetti può condurre a una spirale di sovraccarico, con conseguenze negative per la salute.
Riconoscere i segnali e intervenire
È fondamentale prestare attenzione ai segnali che il corpo invia quando i livelli di cortisolo sono elevati. Tra i sintomi più comuni troviamo sonno disturbato, stanchezza nel pomeriggio, desiderio di cibi zuccherati o salati, irritabilità e perdita di massa muscolare nonostante l’allenamento. Trascurare questi segnali può portare a un progressivo calo delle performance e, nei casi più gravi, anche a un vero e proprio burnout fisico e mentale.
L’intervento passa innanzitutto dalla consapevolezza
Affrontare il problema richiede innanzitutto consapevolezza. È essenziale imparare a rallentare quando necessario e integrare pratiche di recupero come il respiro consapevole e lo stretching dolce. Anche l’alimentazione gioca un ruolo cruciale: una dieta equilibrata, ricca di nutrienti e ben distribuita nei tempi di assunzione, può supportare l’organismo e modulare la risposta allo stress. Comprendere che la performance non si misura solo nella forza fisica, ma anche nella capacità di ascoltare il proprio corpo e concedergli il giusto riposo, è fondamentale. Il cortisolo, se mantenuto in equilibrio, può essere un alleato prezioso per migliorare le prestazioni, vivere con maggiore energia e raggiungere risultati duraturi.